Il santuario della Verna – parte 2

In un primo articolo vi ho raccontato un po’ della storia del santuario e di come arrivarci. Ora voglio concentrarmi un po’ sulla parte più bella, quella per cui si va in un santuario in genere e in questo in particolare. Qui ha soggiornato San Francesco, e già questo basterebbe per decidere di andarci.

Per meglio descrivere perché questo luogo merita davvero di essere visitato, ho utilizzato Google Earth per generare l’immagine qui sopra (per andare direttamente al servizio online fare click qui).

In rosso trovate indicata l’area dove parcheggiare e il percorso, pedonale, dal parcheggio all’ingresso del santuario. In giallo ho indicato la zona dove è possibile fare delle belle passeggiate nella foresta di faggi, ma è dove punta la freccia in azzurro che bisogna porre l’attenzione: lì c’è il Sasso Spicco.

Cosa è? Spicco sta ad indicare spaccato, quindi sasso spaccato. E’ un luogo dove San Francesco era solito sostare in meditazione e preghiera ed è caratterizzato dalla presenza di enormi rocce accatastate una sull’altra, come fossero state spaccate da un tremendo terremoto (nel momento tragico della morte di Gesù la terra fu sconvolta da forti terremoti). Questo è quello che fa pensare questo luogo.

Vi si accede da una serie di 89 scalini che scendono in una sorta di gola umida e poco illuminata. Una croce in legno è stata posta dove il Santo era solito fermarsi in preghiera.

Vista dall’alto, prima di scendere al Sasso Spicco: la parte finale degli 89 scalini è visibile nella parte alta della foto.
Vista sulla gola del Sasso Spicco (sulla sinistra): la foto è scattata da una ventina di scalini di altezza.

In cima alle scale, risalendo sulla sinistra, si trova la Cappella della Maddalena. Questa è stata costruita sul luogo dove sorgeva la prima cella di San Francesco. Sulla pietra che il Santo usava per i suoi pasti, un giorno il Signore Gesù gli apparve e vi si sedette. Con questa pietra nel 1719 fu costruito l’altare.

All’interno della Basilica si trova la cappella delle reliquie che ospita, tra le varie (la tovaglia, la ciotola e il bicchiere, il bastone, un pezzetto di panno di lino che egli teneva sulla ferita del costato, etc.), il saio che San Francesco indossava quando ricevette le Stimmate.

Vi accennavo prima ai percorsi nella foresta di faggi: prendetevi del tempo per percorrerli e ammirare quelle bellissime piante. Tra le varie cose interessanti da vedere, segnalo anche un piccolo edificio a forma circolare che veniva usato per conservare il ghiaccio. Si tratta della giacciaia, un piccolo edificio quasi tutto interrato e posto in una zona al riparo dalla luce solare.

La giacciaia. Da notare l’entrata a Nord, al riparo dalla luce solare (la foto è stata scattata circa alle ore 13).

Per ora è tutto, quando vi sarà possibile pianificate una visita a La Verna, ne vale davvero la pena.

Il santuario della Verna – parte 1

Il santuartio della Verna si trova in provincia di Arezzo a circa 1200 metri di altitudine, sull’Appennino Toscano, e custodisce numerosi tesori di spiritualità, arte, cultura e storia.

Nell’estate del 1224 San Francesco si ritirò sul monte della Verna per i suoi consueti periodi di silenzio e preghiera. Durante la sua permanenza chiese a Dio di poter partecipare con tutto il suo essere alla Passione di Cristo, mistero di amore e dolore. Il Signore lo ascoltò e gli apparve sotto forma di serafino crocifisso lasciandogli in dono i sigilli della sua passione, le stimmate. Francesco divenne così anche esteriormente immagine di Cristo al quale già con il cuore e la vita tanto assomigliava.

Per ricordare questo fondamentale evento, il 17 settembre di ogno anni si celebra la Festa delle Stimmate.

Il monte è ricoperto da una monumentale foresta di faggi e abeti ed è un piacere fare passeggiate tra questi alberi altissimi. La sua vetta (m 1283) è tra le più alte della zona e da lì si può godere di un panorama stupendo.

Il clima, in estate, è veramente gradevole. Se in alta valle del Tevere (Sansepolcro / Città di Castello) la temperatura può essere ben oltre i 30 °C, a La Verna si sta ben più freschi con una decina di gradi in meno. Portarsi il pranzo e fare un pic-nic è la scelta giusta, nei boschi attorno non è difficile trovare uno spazio dove sedersi (anche in aree attrezzate) e mangiare qualcosa (ovviamente non nel santuartio, mi pare ovvio).

Il complesso è mantenuto magnificamente, una vera perla di pietra tra le montagne del centro Italia. Nel fine settimana può essere affollato, è meta di fedeli che assistono alle celebrazioni liturgiche (come è giusto che sia).

Ci sono anche un piccolo negozio di souvenir, una libreria, un’antica farmacia ed un museo, non si può tornare a casa mani vuote 😉

Tutto intorno ci sono sentieri e la scala nella foto che segue porta dal santuario all’inizio di uno di questi. Prendetevi tutto il tempo che serve, questo luogo merita ben più di una toccata e fuga.

Arrivarci non è difficoltoso né dal versante umbro né da quello toscano, anche se la strada è un po’ tortuosa, ma è normale quando si sale in montagna. E’ possibile avere qualche difficoltà con il parcheggio (per lo più a pagamento – 4€ per 5 ore, si può fare), può essere affollato, e c’è anche posto per i camper.

Non voglio svelarvi tutto di questo luogo, ma solo invitarvi a visitarlo, perciò non metterò altre fotografie. Di particolare importanza è il “Sasso Spicco” e di questo parleremo in un altro articolo.

La fioritura di Castelluccio di Norcia

Circa 2 anni fa, in una domenica di inizio Luglio, ho voluto vedere con i miei occhi quella che tanti avevano già raccontato con le loro fotografie: la fioritura di Castelluccio di Norcia, in Umbria. In questo articolo vi voglio mostrare tre tra le foto più belle che ho scattato quel giorno, ma vi assicuro che è impossibile non scattare qualche centinaio di fotografie in un luogo tanto bello. Ogni momento è diverso dall’altro, basta una novoletta che si sposta che cambiano colori e atmosfere.

In questa prima foto mi trovavo lungo una delle strade di accesso ad uno degli appezzamenti di terreno coltivati (non si può camminare in mezzo ai fiori, è vietato ma anche se non lo fosse sarebbe comunque una questione di educazione e buon senso). La macchina fotografica puntava più o meno a Nord, quello che si intravede sulla destra è il monte Vettore, il paese di Castelluccio rimane sulla sinistra (ma non si vede – volutamente). Chi volesse provare a rifare uno scatto simile dovrà recarsi in questo punto (click qui).

Questa foto mi piace perché mostra quanta gente visita questo luogo durante il periodo della fioritura. E onestamente il perché è molto evidente, lo spettacolo dei colori è impareggiabile.

La foto che segue, invece, mostra una buona parte del “pian grande” (così si chiama). La macchina fotografica, la mia fedele Nikon D300s, era orientata praticamente a Sud e il punto da dove ho scattato, elevato rispetto alla valle, è vicino al borgo di Castelluccio (sotto, come al solito, c’è il punto in Google Maps).

Qui di seguito inserisco il punto da dove ho scattato la seconda e la terza fotografia, una piccola area (in via Monte Valletta) con dei tavolini dove poter pranzare con una delle più belle viste panoramiche del mondo.

Per arrivare in questo luogo non c’è un’unica strada, dipende se arrivate dall’Umbria o dalle Marche. La strada può essere lenta e richiedere un po’ di pazienza, si tratta di un percorso di montagna e può capitare che ci sia traffico, ma ne vale la pena. Così come meritano assolutamente altre due attrazioni della zona: il Monte Vettore e Norcia.

Il primo merita assolutamente di essere risalito, rigorosamente a piedi, fino alla cima. Molto belli, una volta saliti su, sono anche i laghi di Pilato, ma ne parleremo un’altra volta. Vi basti pensare che si trovano a 1941 m di altitudine.

Norcia invece è un paesino molto carino lungo la strada (in Umbria) che porta a Castelluccio. Dopo il terremoto di qualche anno fa ha subito qualche danno, soprattutto la Basilica di San Benedetto (da Norcia, non a caso). Ma il resto è tutto fruibile e sicuramente da inserire nella to-do-list delle cose da visitare almeno una volta nella vita. Lungo le vie del centro storico non manco le norcinerie dove potrete assaggiare e soprattutto acquistare i prodotti tipici della lavorazione della carne in Umbria.

Venite in Umbria, si sta bene e c’è tanto da vedere (e assaporare).

Downtown Los Angeles in notturna

Los Angeles mi ha sempre affascinato come nessun’altra città al mondo. Di notte offre una varietà di possibilità di scatto veramente sterminata, come la sua estensione. Ma non è una città facile da conoscere, i luoghi migliori dove fotografare si scoprono solo dopo un po’. E bisogna anche fare un po’ di attenzione, non tutti i quartieri sono tranquilli.

Una notte del 2017 volevo fare una foto dal ponte sulla quarta strada. Avevo visto quel ponte in delle serie TV e mi ero riproposto di andarci. Di giorno c’è traffico, ma di notte è una zona praticamente deserta. Sotto il ponte c’è la ferrovia ed il Los Angeles river. La zona ad est del ponte è interessante, ci sono diversi locali notturni, merita una nuova visita, ma non sono locali propriamente per turisti. Si trovano anche graffiti giganti, e ne parleremo.

In ogni caso, parcheggiata l’auto (sul ponte non si può), ho piazzato il cavalletto sul muretto in cemento del ponte ed ho fatto alcuni scatti. Il migliore mi ha permesso di ottenere la fotografia qui sotto.

Ci vuole un po’ di pazienza, sicuramente con uno smartphone o una compattina non si può avere uno scatto come questo, ma in ogni caso la vista sullo skyline della città è veramente eccezionale da lì.

Per dare un’idea del fascino di questa città metto qui sotto la stessa foto, che sopra è in B&W, a colori. Il ricordo di quel luogo, di quel silenzio interrotto solo dal rumore dei vagoni in manovra e di quelle luci creano un mix che dà luogo ad una nostalgia pazzesca: ci tornerò!

Qui sotto metto, come al solito, il punto preciso in Google Maps da dove ho effettuato lo scatto.

Alla prossima avventura, sempre con piacere!

Altre cose che viaggiano con me

Gli occhiali da sole non mancano mai! 😂 Veramente, oramai è un’abitudine consolidata, non vado da nessuna parte senza, nemmeno in inverno. Non è per un fatto di estetica, ma proprio un’esigenza di confort, perché quando la luce è troppo forte mi costringe a chiudere gli occhi, ed è fastidioso. Così ne ho sempre almeno un paio con me.

Qualche tempo fa mi è comparsa una mega offerta su Amazon per degli occhiali con montatura in legno. Mi sono piaciuti e li ho voluti provare, soprattutto in prospettiva di portarmeli in viaggio (costo contenuto, anche se si rovinassero…). Hanno le lenti polarizzate, il cielo diventa di un azzurro stupendo, e devo dire che fanno egregiamente il loro lavoro. Li consiglio alla grande, questo il link per acquistarli.

Audio

Per ascoltare musica e/o parlare al telefono o tramite il computer utilizzo quasi sempre degli auricolari. In viaggio ne ho di compatti ed ergonomici tipo questi (fai click per vederli).

Quando posso permettermi più spazio utilizzo delle cuffie con microfono Marshall Major FX (fai click qui per vederle).

Adattatori per le prese

Non ho mai capito perchè ancora non si siano standardizzate le prese e le spine per la corrente elettrica. Si potrebbe fare come per i cellulari, si sceglie un connettore (USB in questo caso) e tutti si adeguano. Invece per la corrente no, paese che vai, presa che trovi.

Piccola nota: in molti paesi la tensione della corrente è 230 Vac a 50 Hz, ma in USA si hanno 115 Vac a 60 Hz. Oggi quasi la totalità dei dispositivi elettronici è dotata di un alimentatore universale, cioè in grado di lavorare con entrambe le tensioni. Ma se si usa un alimentatore a trasformatore questo non lavorerà bene e si potrebbe addirittura rompere. Anche gli asciugacapelli europei in America non vanno bene, sarebbero sotto alimentati, quindi è bene lasciarlo a casa ed utilizzare quello che si troverà nell’albergo dove andremo.

Odio le spine e le prese Shuko, quegli agglomerati ingombranti che sono sempre più diffusi soprattutto per gli alimentatori dei laptop. Riconosco che sia uno standard sicuro, affidabile e solido, ma è ingombrante. La bipolare americana invece è compatta e snella, ma onestamente anche poco stabile. Quella inglese è la peggiore, brutta e ingombrante, non si può proprio vedere🤦‍♂️ La nostra tripolare secondo me sarebbe il giusto compromesso, ma non la pensiamo tutti allo stesso modo e dobbiamo adeguarci.

Esistono in commercio diversi adattatori da viaggio, non dimenticate di portarne uno. A me ne piace uno che fornisce anche due porte USB: fanno comodo per caricare lo smartphone, ad esempio, senza così dover portare il suo caricabatterie.

Ovviamente ce ne sono un’infinità, trovare quello ideale è impossibile, ma è importante ricordare di portarlo e di riportarlo a casa quando si torna – è facile dimenticarlo attaccato alla presa di corrente dell’hotel.

E’ buona cosa mettere in valigia anche una presa multipla, con o senza cavo di prolunga, perché sicuramente dovremo collegare più apparecchi al nostro adattatore. Io me ne porto una di questo tipo (che può fare anche da adattatore in alcuni paesi): costa poco ed è sempre utile.

Cura personale in viaggio

Questo articolo potrebbe non terminare mai, cioè è talmente soggettivo quello di cui ognuno di noi ha bisogno che pretendere di scriverci sopra qualcosa è impossibile. In ogni caso vi elenco quello che sicuramente può essere utile, il resto è superfluo o soggettivo. Quindi ognuno, ovviamente, fa come preferisce. Questi sono solo i suggerimenti generici di un uomo e una donna, ad esempio, sicuramente ha anche altre necessità.

Medicinali

Qui si apre un mondo e ovviamente non parlo di farmaci per specifiche malattie ma di quelli generici. In generale porto solo dell’ibuprofene, per il mal di testa (può capitare di averne, per esempio cambiando fuso orario), e dell’aspirina.

Cerotti

In generale porto un piccolo rotolo di cerotto a nastro di carta, fine! Mio padre (chirugo) mi ha insegnato ad usarlo fin da piccolo e, onestamente, non sento il bisogno di altri antiestetici (quelli marroncini…) e più costosi sistemi. Si tratta di un cerotto che potete strappare (o tagliare) della misura necessaria, traspirante e piuttosto resistente all’acqua (se vi bagnate lavando le mani non si stacca subito). Anziché portarne tanti di misure diverse, con un rotolino così sarete a posto.

Possono servire anche delle garze, ma qui andiamo già più sul “tecnico” e, se ne abbiamo bisogno, forse è meglio fare una visita ad un medico. In ogni caso, se si viaggia in auto, può essere comodo avere un kit pronto soccorso al seguito.

Detergenti

Mediamente, in ogni hotel si trovano già saponi e shampoo, quindi evito di portarmeli. Finora non ho mai avuto problemi con ciò che mi veniva fornito, quindi va bene così. In ogni caso, capisco anche chi ha esigenze particolari, quindi portatevi ciò che volete ma cercate di rimanere leggeri, il consiglio è sempre quello.

In alcune situazioni, ad esempio durante un’escursione, può essere necessario lavarsi le mani prima di mangiare. Non sempre si ha a disposizione una toilette dove poterlo fare, quindi un gel igienizzante può essere sempre utile. Scegliere un flacone piccolo è obbligatorio, lo zainetto non sarà mai leggero abbastanza.

Può essere utile anche un disinfettante cutaneo in caso di escoriazioni e/o tagli.

Quello che non trovate, in generale, negli alberghi è il dentifricio, perciò questo bisogna portarcelo. In genere lo metto nel bagaglio a mano insieme ad uno spazzolino così sono sicuro che quando arriverò a destinazione sarà con me (il bagaglio in stiva potrebbe tardare). Ricorda, se si viaggi in aereo la confezione deve essere piccola, max 100 ml.

Protezione / cura

Protezione per labbra: non ve lo dimenticate mai, anche se andate al mare in estate, perché dove il sole è molto intenso ne avrete bisogno. Mi è successo la prima volta a Los Angeles, costa poco e allevia molto il fastidio.

Antizanzare spray: se potete e se prevedete di andare in luoghi umidi, portatevi un repellente per le zanzare e tutti quei fastidiosissimi insetti che vi possono pungere. Io uso OFF, ma in Amazon ne potete trovare tanti altri che possono esservi utili. Il consiglio è quello di optare per un formato in bomboletta spray così da essere facilmente fruibile (non avrete bisogno di aiuto per metterlo anche in punti scomodi come la schiena).

Crema solare: anche in montagna, fidatevi, serve. Portatene una che non vi faccia diventare dei fantasmi (in genere coprono di bianco…) e che quindi si assorba velocemente.

Dopo una giornata al sole potreste aver bisogno di idratare la pelle. Mi è capitato, visitando una città fantasma in California, di non accorgermi che mi stavo ustionando la parte posteriore al ginocchio. Non immaginate che fastidio, ma era l’unica dove non avevo messo la crema solare. Grave errore! Quindi un doposole idratante serve, ma si può anche comprarlo direttamente sul posto (sempre di riuscirci). Questi prodotti costano, non fate i barboni per pochi euro, ne va del vostro benessere.

Forbici / coltelli / rasoi e simili

Ovunque si vada fanno sempre comodo. Ovviamente se si sta via una giornata possiamo farne a meno, in generale. Ma in un viaggio di un paio di settimane sono sicuro che prima o poi ci serviranno.

Innanzi tutto, se si viaggi in aereo, mettiamo questi oggetti nel bagaglio in stiva così non avremo problemi ai controlli.

In generale porto con me questi almeno questi oggetti.

Coltellino svizzero multiuso: lo dice la parola, è multiuso, ma deve essere buono, ovvero le lame devono fare il loro lavoro. Io adoro i Vicrorinox e non ne posso fare a meno. Ne ho vari modelli, quello più utile è questo qui (click per vederlo in Amazon), abbastanza compatto e completo, utile un po’ per tutto.

Tagliaunghie: stando via diversi giorni ne avrete bisogno, ogni commento è superfluo. Volendo si può sempre utilizzare il coltellino svizzero 😉

In genere utilizzo un rasoio elettrico ricaricabile, quindi zero problemi di saponi etc. Ma se si usano lamette etc fate bene i conti e non dimenticate quello che vi serve.

Zion National Park

Potrei anche non scrivere niente e lasciare solo questa fotografia, dice tutto quello che c’è da dire: WOW!!! Me lo dico da solo, lo so, ma ogni volta che rivedo questa immagine l’espressione di stupore è sempre la stessa e per dirla all’americana… WOW!!!

Ma il dovere mi impone di scrivere e di raccontarvi qualcosa di questo luogo. Era l’estate del 2018, mi trovavo ad attraversare Zion National Park quasi per sbaglio, perché si voleva andare da Las Vegas verso Page, una piccola cittadina dell’Arizona (di cui parleremo in un’altra occasione) passando da nord. L’itinerario completo è questo qui di seguito, e con le varie soste nel parco richiede quasi il doppio del tempo.

E’ inutile dire che il parco è veramente bello ed offre panorami incredibili. Lungo la strada potete ammirare formazioni rocciose dalle forme e colori veramente particolari (e ne parleremo, garantito).

La foto che vedete su in alto è stata scattata poco dopo l’ingresso sud, dove trovate anche il visitor center, lungo la Zion Canyon Scenic Drive. A questo indirizzo trovate la mappa: https://www.nps.gov/zion/planyourvisit/maps.htm. Il punto preciso non è difficile da trovare: parcheggiate nei pressi del Canyon Junction Bridge, scendete sotto il ponte e camminate un po’ lungo il fiume, il Virgin River, fino a trovare il punto che più vi piace. In ogni caso le coordinate (approssimativamente) sono queste: 37.2174625°N, 112.9758824°W. Per chi preferisse Google Maps, questo è la mappa.

Sicuramente il parco merita una visita ben più approfondita della mia, che è stata davvero una toccata e fuga. Come per tutti i parchi nazionali, il biglietto di ingresso è valido per una settimana. Se ne visitate 3 o più, pensate all’acquisto dell’Annual Pass. Praticamente con poco meno del costo di 3 parchi potete avere un pass della durata di un anno che vi dà accesso a tutti i parchi nazionali (non gli state parks, attenzione). La cosa interessante è che potete acquistare un ingresso (ex. per Zion), poi un secondo (ex. per Grand Canyon) e quando arrivate al terzo mostrate i biglietti degli altri 2, pagate la differenza con l’annual pass e lo ottenete. Da lì in poi potrete entrare in tutti i parchi nazionali per un anno dalla data del primo biglietto.

Alla prossima avventura, sempre con piacere!

Attrezzatura foto/video

Vi capita mai di non avere le idee chiare su cosa portare in viaggio per scattere le foto ai luoghi che visitate? A me è successo tante volte, ora sono abbastanza autonomo nello scegliere, ma in ogni caso quando ho necessità di fare un acquisto dei dubbi possono presentarsi anche molto rapidamente.

Così ho deciso di raccontarvi cosa utilizzo per realizzare le fotografie che trovate in queste mie pagine. Ovviamente la mia attrezzatura non è quella di un professionista, cioè di una persona che fa della fotografia la sua professione, ma proprio per questo credo che tutto ciò sarà utile a molti, quanto meno come termine di paragone tra ciò che si spende e ciò che si può ottenere. In ogni caso ricordate, non è la macchina fotografica costosa che fa la foto bella!

Il drone (ultimo entrato nello zaino)

L’ultimo acquisto (per ora) e quindi l’ultimo ad entrare nel mio zaino è il DJI Mini 2. Vai all’articolo dedicato facendo click qui o sulla foto.

La macchina fotografica

Non parlo di smartphone ma di macchina fotografica, per me sono due cose distinte e così rimarranno (anche se mai dire mai). Con lo smartphone posso fare qualcosa “usa e getta”, posso “prendere nota” di un luogo o di un dettaglio che altrimenti mi sfuggirebbe, ma per una fotografia vera mi piace scattare in RAW con una macchina fotografica.

L’ultima arrivata (Dicembre 2021) nel mio bagaglio di viaggio è la Nikon Z fc: bellissima!

Quando è uscita, ad inizio estate 2021, mi sono detto che avrei dovuto averla. Ho quindi atteso alcuni mese per vedere le prime recensioni su larga scala e poi, dato che confermavano quello che pensavo, l’ho presa. Forse non è la macchina fotografica più comoda al mondo da impugnare, ma oltre ad essere veramente bella, ha anche tante funzioni che mi fanno poi preferire Nikon a tutto il resto.

E’ molto leggera, specialmente se abbinata al suo obbiettivo dedicato color argento Z DX 16-50, quello che si vede nella foto sopra. E quando si viaggia, insieme alle dimensioni veramente compatte, è l’ideale.

La qualità delle foto è ottima, ne vedrete su questo blog veramente tante, non si può non portarsela ovunque.

Per completarne un po’ la praticità e la comodità di utilizzo, mi sono voluto regalare anche un paio di accessori: una impugnatura ed un telecomando wireless (Bluetooth).

La prima è un oggetto totalmente passivo, nel senso che non ha funzioni se non quella di facilitare la presa della macchina.

Si attacca al corpo della Nikon tramite il foro per il cavalletto, quello sotto, e fornisce una presa molto più comoda e stabile. Ovviamente aggiunge anche un po’ di peso, è realizzata in alluminio e silicone, ma farla in plastica non avrebbe fornito un livello di sicurezza e durata paragonabile.

Viene prodotto in due versioni, una silver e nera (quella che ho preso io) ed una tutta nera. E’ dotato dei classici fori per cavalletto sia sulla base che sull’impugnatura, lateralmente quindi. Questo può essere utile per montare la Nikon su di un cavalletto che non abbia la testa sferica o ribaltabile di 90° (per foto in formato portrait). La base di questa impugnatura è sagomata in modo apposito per essere fissata a dei cavalletti con attacco rapido.

L’ho preso in Amazon, è fatto molto bene: https://amzn.to/3t2al2a. Insieme al corpo macchina l’aspetto complessivo della camera è davvero bello, sembra ancora più vintage.

Il telecomando (qui a fianco) è il Nikon ML-L7, non ne potrete più fare a meno ogni volta che dovrete fare lunghe esposizioni, scattare dei selfie (e si utilizza anche per i video) o delle foto in sequenza su cavalletto.

Il suo peso è di pochi grammi e le dimensioni sono minimali, quindi non disturba la sua presenza. Si collega alla camera tramite Bluetooth, quindi non funziona per tutte quelle in commercio. Magari per la vostra macchina fotografica è previsto solo uno scatto remoto con il filo o solo tramite app per smartphone: controllate.

La Z fc si può controllare anche tramite app SnapBridge di Nikon, il dialogo avviene tramite WiFi (la camera fa da access point). Ma trovo molto più pratico un oggetto dedicato, il telecomando fisico, perché più veloce da usare, il tasto fisico vince sempre su quello touch.

Piccola nota: questa mania del touch a qualcuno è sfuggita di mano, soprattutto nelle automobili 😂.

Fino a poco tempo fa (Agosto 2020) usavo esclusivamente una Nikon D300s: lo so, oramai è vecchiotta, ma si difende ancora bene. Per esigenze anche di video e di praticità, mi sono regalato un Panasonic Lumix DMC-FZ2000.

Passare da una reflex ad un bridge non è stata una scelta facile, ma avevo bisogno di alleggerire il bagaglio e di avere uno strumento buono un po’ per tutto. Viaggiare con la Nikon comporta portarsi dietro corpo macchina più obbiettivi, almeno due, quindi peso e ingombro non devono essere un problema. Così questa Lumix è stata scelta perché è un buon compromesso tra prestazioni (comunque paragonabili alla Nikon oramai), praticità (non ha obbiettivi intercambiabili ma un unico Leica) e prestazioni (20.9 Mpx, video 4k, schermo rotante, 916g – praticamente lo stesso della Nikon ma senza obbiettivo – ed uno zoom 20x – che in viaggio non guasta affatto). In più, una cosa che mi piace molto, è la possibilità di collegare delle cuffie per ascoltare in diretta ciò che viene captato dal microfono (anche esterno) e finisce del file del video, ma di questo parleremo un’altra volta.

Treppiedi

Questo è un accessorio indispensabile ma anche alquanto scomodo da portare in viaggio con noi. Ma come si può fare una foto, soprattutto in notturna, senza? Non si può.

In “trasferta” non posso utilizzare il mio solito, quello bello pesante che arriva ad essere alto come una persona, l’imperativo è sempre quello di viaggiare quanto più comodi possibile.

Ho così optato per un tripod da viaggio (lo trovate in Amazon), abbastanza compatto ma solido, con testa sferica e gambe apribili su due posizioni (quella più larga ci serve quando vogliamo aumentare la stabilità, per esempio in presenza di vento).

In totale, tutto esteso, arriva a circa 50 cm di altezza. Capisco che non sia il massimo a volte, ma sono riuscito a farci foto tipo questa qui di seguito (mettendolo sopra il muretto del ponte sulla 4° strada di Los Angeles) ed ha retto tranquillamente una Nikon D300s con obbiettivo 17-70 F2.8.

Memorie

Non bastano mai, punto! Il bello di scattare in digitale è poter fare quante foto ci pare. Ma c’è bisogno di spazio per archiviarle. In viaggio, come in casa, un HD esterno è sempre necessario. E’ bene acquistarne uno di qualità e con porta USB 3.0 (quelle più veloci, altrimenti invecchiate nell’attesa che il trasferimento sia completo).

Mediamente una foto in formato RAW, come uso scattare, occupa abbondantemente oltre 20 MB di memoria, si fa quindi presto a riempire qualche GB in un solo giorno. Perciò utilizzo un HD esterno da 2 TB. Ovviamente ce ne sono di più spaziosi, ma non è mai bene spendere troppo denaro in queste cose, tali tecnologie diventano obsolete troppo velocemente. Quindi acquisto sempre un gradino o due sotto il top, poi dopo un po’ si fa l’upgrade.

In ogni caso, sempre per stare leggeri, in viaggio fa molto comodo un SSD invece del solito HD (sicuramente più pesante). Uno da mezzo TB può essere sufficiente, ma ovviamente questo dipende da quanto tempo si starà lontani “dalla base” e quanto foto/video si registreranno giornalmente. Ad ogni modo un valido SSD da 500 GB lo trovate ad un prezzo ragionevole su Amazon.

Per quanto riguarda le SD – ormai praticamente lo standard – da inserire nella macchina fotografica la scelta è vastissima. Anche qui è bene optare per prodotti di brand consolidati ma soprattutto veloci in scrittura, altrimenti le raffiche di foto o i video in 4K ce li giochiamo nel collo di bottiglia dovuto proprio alla velocità di trasferimento. Attualmente utilizzo delle Lexar SDXC II da 300 MB/s.

Questa qui di seguito è una tabella estratta dal manuale della mia fotocamera. Può essere utile per capire quale memoria scegliere in base a ciò che vogliamo fare.

Illuminazione per foto notturne

Fare foto in notturna è molto affascinante, anche perché spesso i risultati sono strabilianti e racconto una realtà che ai più sfugge.

L’ideale è essere completamente al buio, ma in queste condizioni è difficile persino muoversi oltre che gestire la macchina fotografica. Allora ci può essere d’aiuto una torcia da testa con luce bianca e rossa selezionabili come questa qui sotto.

La luce bianca la useremo quando saremo da soli, altrimentri potremmo dare fastidio ad altri fotografi. La rossa, invece, va sempre bene, e permette sicuramente di riuscire a vedere i comandi che vogliamo utilizzare. Un buon prodotto lo trovate facendo click qui in Amazon.

Microfono esterno

E’ un accessorio che uso poco, o meglio più per video legati alla mia professione che altro, perché principalmente quando esco faccio foto.

In ogni caso anche questo è stato scelto tenendo in considerazione peso, dimensioni e prestazioni. E così la scelta è caduta su uno dei più usati, il Rode VideoMicro.

Si attacca direttamente sulla slitta del flash esterno per la macchina fotografica, quindi è molto pratico. L’antivento fa il suo lavoro e in esterna non se ne può fare a meno. Non costa poco, è vero, ma se è molto imitato un perché ci sarà. Si trovano infatti molte imitazioni, ma leggendo qua e là non tutti i pareri sono concordi sulla qualità audio. Perciò fate l’acquisto una volta, prendete un oggetto di qualità e non ci pensate più.

Computer portatile

Se vi divertite a fare foto e video non potete non portare in viaggio il vostro laptop. Purtroppo è una scomodità, è vero, ma serve. Serve per tante cose, tra le quali controllare le foto e trasferirle/salvarle in HD portatili o nel cloud liberando così spazio dalle memory card. Ma ci servirà anche per trovare informazioni sui luoghi da visitare e fotografare, ovvero organizzare al meglio la nostra giornata.

Per questo serve un laptop compatto (14″) e leggero (peso intorno al kg) così da poterlo infilare nello stesso zaino dell’attrezzatura fotografica. Potendo spendere qualcosa in più è bene prenderne uno con SSD – Solid State Disk – anziché il classico a dischi rotanti. Oltre ad essere più veloce, è anche più piccolo, leggero e ma soprattutto sicuro in quanto non ci sono parti meccaniche che si possono rompere. Quindi i vostri dati saranno più protetti.

Accessori elettronici

Nella vita di tutti i giorni siamo circondati da apparecchiature elettroniche e i loro accessori, dai caricabatterie ai telefomandi alle memorie. Quindi, almeno per me, decidere cosa portare in viaggio è sempre motivo di riflessione, perché sembra sempre che tutto ci possa servire e che non se ne possa fare a meno. Con il tempo ho imparato a viaggiare leggero, a portare l’essenziale, ma nel mio zaino, credetemi, c’è sempre tanto materiale elettronico.

Caricabatterie

Abbiamo il caricabatterie per il cellulare/smartphone, il caricabatterie per la GoPro, il caricabatterie per la macchina fotografica, per la telecamera, per il computer, per il flash, per il microfono wireless, per la radio (io che sono radioamatore e me la porto dietro) e per ogni altra apparecchiatura elettronica a batteria.

Capite bene che sono troppi e quindi è necessario cercare di “standardizzare” quanto più possibile.

Innanzi tutto, mi porto un alimentatore con 6 uscite USB così da poterci collegare un po’ di tutto, purché sia alimentabile da una porta USB a 5 Vdc. In ingresso accetta sia la tensione europea che quella americana, quindi no problem ovunque si vada. In uscita eroga fino a 60 W di potenza e lo trovate in Amazon.

Quindi possiamo caricare lo smartphone contemporaneamente alla GoPro e ad altri dispositivi. Per esempio, per caricare la batteria della mia macchina fotografica Panasonic Lumix DMC-FZ2000 utilizzo un caricabatterie USB come questo che vi mostro qui. Sicuramente ne esiste uno anche per la vostra macchina fotografica (generalmente li vendono con delle batterie aggiuntive).

Power bank

Che tu sia in aereo o a fare un’escursione in un parco natuale, rimanere senza energia per i propri dispositivi elettronici non è mai una bella cosa. Così mi porto dietro un power bank per avere a disposizione l’energia necessaria per caricare o alimentare ciò che in quel momento necessita di un aiutino. Nel mercato ne trovate di tuti i tipi, differenti per dimensioni, capacità della batteria interna, di numero di uscite e funzioni aggiuntive.

Quello che io ho scelto ha una buona batteria (almeno relativa a quanto l’ho acquistato) da 15.000 mAh: mi permette di effettuare circa 4 ricariche dello smartphone, tanto per darvi un’idea. Inoltre è dotato di pannello solare così che se lo appendete allo zaino si potrà caricare (un pochino) durante l’escursione. Infine funziona anche come torcia grazie a dei LED disponibili su di un lato (può sempre tornare utile, ad esempio in capeggio). Le uscite USB disponibili sono 2 e, ovviamente, possono funzionare contemporaneamente. Questi dispositivi vengono continuamente migliorati, perciò se ne trovano sempre di migliori in commercio e quello che potrebbe essere il successore del mio attualmente è questo qua (la batteria è quasi il doppio e ha 4 uscite di cui una wireless).

Cavi e prese/spine varie

In hotel a volte si trova, oltre il WiFI, un accesso ad Internet tramite cavo Ethernet. Questo mi è capitato soprattutto in quelle strutture dove la connessione wireless non è delle migliori (e il gestore lo sa). Così mi porto generalmente un convertitore USB3 – Gigabit Ethernet, un cavo piatto Ethernet da 5 metri (per stare comodamente sul letto anziché bloccato alla scrivania della camera) e una doppia presa femmina RJ45 (per collegare il cavo dell’hotel alla mia prolunga).

Arriva poi la sera, si torna in hotel e ci si concede un po’ di relax, ci si riposa un po’ dopo la fatica delle escursioni del giorno. A me capita di non avere voglia di dormire ancora, perché magari sono solo le 22, ma siete in un paesino americano sulla Sierra Nevada della California e a quell’ora oramai è tutto chiuso. Che fate? Io riguardo le foto o i video del giorno, magari qualche post sui social ci sta pure bene. Oppure si potrebbe vedere un film. Ma perché limitarsi allo schermo 14″ del laptop? Generalmente in camera potremmo avere una TV con uno schermo di medie dimensioni e per sfruttarlo bene ci serve un cavo per collegarla al computer. In genere oramai si usa un cavo HDMI. Quindi mettetelo in valigia, magari di quelli che ingombrano poco come questo qui (fai click). Lunghezza? 2 o 3 metri possono essere sufficienti, troverete sicuramente uno spazio dove appoggiare il computer nelle vicinanze del televisore.

Come comunicare in viaggio?

Questo è un tema che negli anni, almeno per me, si è andato semplificando molto. Non so se sia dovuto più all’esperienza o alla fruibilità di servizi e tecnologie, o ad un loro mix, ma ho la percezione che non sia così per tutti. E così ve ne parlo, vi racconto qualcosa su come mi tengo in contatto con amici e famiglia quando sono lontano da casa.

Ovviamente non parliamo della gita fuori porta ma delle necessita che possiamo avere quando siamo all’estero, quindi in un paese straniero, in generale fuori dalla comunità europea.

Telefono

Onestamente uso poco il telefono quando sono all’estero, soprattutto da qualche anno in qua. Prima dell’avvento delle connessioni a larga banda sulla telefonia mobile (3G, 4G etc.) telefonarsi era costoso.

Alcuni compravano SIM telefoniche per il loro cellulare appena atterrati. Io non l’ho mai fatto. Mi sono sempre informato prima presso il mio gestore su quali fossero i piani e le offerte telefoniche all’estero. In generale, con una spesa di una decina di euro alla settimana, quasi tutti offrono pacchetti con qualche centinaio di minuti (o più) di telefonate in ingresso e in uscita. Questo, ovviamente, è valido per i principali paesi. Capite bene che poter usare il proprio numero anche all’estero è molto importante.

Nel 2013 sono andato per una decina di giorni in Cina. Lì, devo ammettere, non è stato banale riuscire a comunicare. Il cellulare, per quattro giorni, non fu in grado di inviare o ricevere telefonate (non mi era permesso con la mia SIM italiana), solo qualche SMS (e capite anche quale potesse essere il costo, si parlava di 2€ a messaggio). Il tutto, ovviamente, fu un imprevisto perché mi ero preparato al viaggio come al solito, attivando un pacchetto per quel paese. E’ quindi bene poter avere delle alternative.

Messaggistica

Quella tradizionale, quella cioè fatta di SMS, funziona più o meno ovunque, quindi state tranquilli, appena atterrati potrete sicuramente inviare un SMS alla mamma, al babbo, all’amico o all’amica, alla fidanzata o al fidanzato, all’amante etc. Insomma, ci siamo capiti 😂Ma non è il modo migliore, credo, o quanto meno quello più economico.

Serve una connessione ad Internet, uno smartphone, spero sia scontato, i vecchi telefoni “a gettoni” lasciamoli nei musei.

Con un connessione ad Internet potete inviare messaggi anche dall’estero, sì, funziona anche lì (e lo scrivo perché l’ho dovuto spiegare ad alcuni amici una volta). Quindi interpellate il vostro gestore di telefonia e chiedete quale è il piano più vantaggioso per quel determinato paese. A volte potete risparmiare con piani misti voce/dati altri volte con quelli solo dati. Il mio, con 10€/settimana, mi dà (nel 2020) 500 minuti e 500 MB di traffico (ovviamente fuori dall’europa). E’ poco? E’ tanto? Dipende da quanto siete abituati a guardare lo schermo del telefono anziché quello che avete attorno.

Vi posso dire che 500MB a settimana non sono tantissimi ma ce li possiamo fare bastare. In generale per Whatsapp, Telegram e le altre app che utilizziamo frequentemente bastano e avanzano. Ovviamente se cominciamo a caricare video in YouTube, Facebook, Instagram etc o a fare video chiamate potrebbero finire presto. Quindi occhio!

In ogni caso spesso si può trovare una connessione WiFi. Quelle libere sono poche, o meglio si sono ridotte di molto. Però se siete clienti di un ristorante o di un albergo chiedete e vi sarà data la password per accedere. A quel punto potrete sfogarvi.

Il consiglio quindi è quello di usare lo smartphone il meno possibile e di godervi panorami ed esperienze, il tempo, anche quello in viaggio, passa veloce.

In certi paesi Internet non è totalmente libero, soprattutto per gli stranieri. Quindi alcuni servizi potrebbero non funzionare bene (ne parliamo tra poco).

E-mail

Oggi quasi tutti hanno un indirizzo e-mail (quasi). Quando si viaggia è importantissimo averne almeno uno con un provider globale, ad esempio Google, perché così saremo piuttosto sicuri e tranquilli che potremo usufruire dei suoi servizi senza grossi problemi. Un provider più piccolo, ad esempio quello presso il quale abbiamo in hosting il nostro dominio, potrebbe darci qualche problema, ma andiamo per passi.

Innanzi tutto perché l’e-mail? Non dovrei nemmeno rispondere a questa domanda, ma è bene non dare nulla per scontato. Facciamo qualche esempio.

Se dovete inviare delle foto di un luogo meraviglioso come fate? Molti sicuramente diranno “utilizzo Whatsapp”, perché fanno “foto” con lo smartphone. Bella roba!😂 Innanzi tutto la qualità della fotocamera dello smartphone è quella che è. Poi metteteci la riduzione di formato e di qualità legata agli algoritmi del programma di messaggistica ed ecco che vi sarete persi quasi tutto il bello di uno scatto degno di essere chiamato “foto”. Quindi, in genere, si scatta con una macchina fotografica e poi si trasferiscono le foto nel computer. Queste si inviano, ad esempio, tramite e-mail (e il file può essere anche abbastanza grande).

Ma ovviamente via e-mail può essere inviato e ricevuto di tutto. Se il vostro commercialista vi scrive di dare un’occhiata ad un documento perché ha ricontrollato quelle spese e c’è qualcosa che non torna, come fate? Tornate dalla vacanza? E se dovete dargli una delega che fate? Tornate? Quindi un indirizzo e-mail serve e serve averne uno anche di posta cerficata.

Ma l’e-mail serve anche per le prenotazioni, soprattutto se le fate presso strutture che non aderiscono a circuiti tipo Booking, Hotels, Airbnb etc.: in generale non disponono di un’app apposita e la conferma viaggia via e-mail.

Chiarito il perché, ora vi racconto un po’ di cose che ho sperimentato in giro per il mondo, ovvero il percome.

Per prima cosa utilizzate sempre l’email principale quando dovete prenotare voli, alberghi, ristoranti e altri servizi. Io ho qualche decina di indirizzi email, molti per lavoro, e non li uso per questioni legate ai viaggi. Perché? Perché sullo smartphone ho sincronizzato solo 2 caselle e-mail, quella principale privata e quella principale di lavoro. Se facessi diversamente sarei inondato di notifiche. Sulla principale privata faccio transitare boarding pass e prenotazioni varie (e anche i report delle banche) così che le posso avere a portata di mano tramite lo smartphone. Immaginate se al controllo in aeroporto non vi ricordate su quale indirizzo e-mail vi è arrivata la carta d’imbarco… Li sentite gli insulti di quelli in fila dietro di voi che vi chiedono di sbrigarvi? Invece, avendo tutto sincronizzato nel telefonino, sarete molto più efficienti e rispettosi anche del tempo altrui (perché a nessuno piace sprecarlo in fila).

Webmail o client e-mail sul computer?

Mi è capitato, in diversi alberghi, di non poter utilizzare il client e-email installato nel mio computer (in genere viaggio sempre col mio laptop al seguito). Generalmente ne faccio uso perché mi serve ad avere sotto controllo tutte le caselle in un unico programma. Ma questo funziona finché si ha accesso a servizi Internet che utilizzando un certo set di porte (in genere 25, 110, 143, 465, 587, 993). Se non avete idea di cosa siano, vi basta paragonare l’indirizzo IP della macchina che state interpellando, per avere quel servizio, con la via o il viale in una città e la porta dalla quale il servizio viene fornito al numero civico lungo quella via o viale. Capita così che in alcune strutture queste porte siano chiuse per opinabili ragioni di sicurezza. Ne consegue che non potremo utilizzare il programma di posta che tanto ci piace. Allora la scelta è quella di utilizzare la Webmail, ovvero andare a leggere le nostre e-mail attraverso il browser (ad esempio su gmail.com).

Perché Gmail e non nome@tuodominio.it ?

Non è sempre così, ma a volta alcuni domini possono essere bloccati in certi paesi, quindi meglio avere la possibilità di accedere ad una casella e-mail che nel 99% dei casi sarà fruibile. Quindi, prima di partire, impostate il forward della vostra nome@tuodominio.it (o quello che è) verso Gmail e vivrete sereni. Potrete anche impostare Gmail per accedere alla vostra casella personalizzata (sia in ricezione che in invio), ma non è questo né il luogo né il momento per parlarne. Di certo questa può essere una buona soluzione per continuare a comunicare con il vostro indirizzo personalizzato.

Altri servizi via internet

In Internet troviamo un numero di servizi incredibile, molti del quali gratis. E ovviamente molti di questi possono essere utilizzati anche quando sarete fuori, lontano da casa.

Vi racconto, come sempre, ciò che utilizzo io.

Per salvare foto, e ne faccio tante, serve molto spazio. Da sempre preferisco viaggiare con un computer molto leggero e poco ingombrante. Ciò significa che, in genere, lo spazio di archiviazione interno non è vastissimo perché gli SSD non sono ancora grandi quanto gli hard disk tradizionali, quelli a dischi per intenderci. Così, oltre a portarmi un hard disk esterno, sempre più spesso utilizzo servizi di cloud storage. Ce ne sono diversi e si distinguono per costi e per spazio messo a disposizione. I più diffusi sono sicuramente Drive, OneDrive, Dropbox e Mega, ma ce ne sono tanti altri. Cercate quello che più vi piace. Unico problema: dovete avere una connessione abbastanza veloce alla rete così da trasferire il tutto in tempi ragionevoli.

VPN e Proxy. Quando si è in giro per il mondo non si sa mai con certezza quali siano le condizioni reali di sicurezza offerte dalla connessione Internet. In generale, molti dei servizi web oggi utilizzando la crifatura SSL 256 bit (come questo sito), quindi le vostre informazioni viaggiano in modo criptato (vedrete il simbolo del lucchetto nella barra di navigazione). Ma in ogni caso la prudenza non è mai troppa e quindi possono prendere ulteriori misure per aumentare la sicurezza. È qui che entra in gioco una VPN, una Virtual Private Network. Questa reindirizza il tuo traffico internet attraverso un server VPN specificamente configurato, nascondendo il tuo indirizzo IP e criptando tutti i dati che vengono inviati o ricevuti. Per chiunque li intercetti, i dati criptati appariranno come simboli senza senso, rendendo così impossibile la decifrazione. Un proxy, invece, fa cose un po’ diverse e, in generale, serve a nascondere il vostro vero IP al fornitore di servizi al quale li state chidendo. Ne parleremo meglio in altre occasioni.

Trasferire grosse quantità di dati non è banale. Per esempio, se volte inviare un video che avete girato sott’acquq con la GoPro a vostro padre o a un vostro amico, come fate? Lo inviate via e-mail? Bravi, complimenti, gli avete appena intasato la casella, ammesso che siate riusciti ad inviarlo. Stessa cosa se lo provate ad inviare direttamente tramite Whatsapp o Telegram. Esiste un modo migliore per trasferire grossi file ed è bene imparare ad utilizzarlo. Ci sono provider di servizi, come wetransfer.com, che permettono di inviare file dal browser ai loro server. A quel punto la persona alla quale vorrete inviare quel file (o quei file) riceverà una notifica via e-mail con l’indirizzo al quale collegarsi per scaricare quello che volete inviargli.

Credito telefonico

Parliamo di chi non ama gli abbonamenti, come me.

Non so più quanti anni sono che non faccio una ricarica telefonica recandomi in un negozio. Onestamente faccio anche poche ricariche perché ho una tariffa con qualche privilegio (vedi autoricarica) e me la tengo stretta.

Ma in ogni caso, soprattutto quando si viaggia, abilitate un servizio di ricarica automatica tramite carta di credito. Praticamente ogni gestore vi permette di ricaricare il credito telefonico quando questo scende sotto una certa soglia. Io l’ho impostata a 5€.

Così, ovunque io sia, appena avrò quasi terminato la mia capacità di spesa, il gestore provvederà a ricaricare il mio conto senza che io debba fare nulla, e questo è molto comodo. Pensate che vedo ancora persone che fanno ricariche chiamando un numero e digitando un codice…

Cercate di semplificarvi la vita, prendetela come una sana abitudine anche quando siete a casa, delegate servizi e scocciature varie perché nelle vita ci sono modi migliori per impiegare il tempo.

Se avete remore nell’uso delle carte di credito questo è un problema, lo capisco anche se faccio un po’ fatico a comprenderlo. Dovete sbloccarvi, non potete vivere con certi pregiudizi sul denaro, ne va della vostra libertà. Il denaro è solo uno strumento per vivere la vita che vogliamo, non è il fine. E nella vita è meglio avere tanti strumenti a disposizione perché le sfide da affrontare sono innumerevoli. Quindi almeno una carta di credito vera serve (ve ne parlo in questo articolo). E’ vero che alcune banche fanno pagare una carta di credito qualche decina di euro l’anno e qualcuna anche più, ma ce ne sono anche tante altre che ve la danno gratis. Ovviamente queste sono principalmente banche online, quindi anche qui dovete fare un passo in avanti (se ancora siete ancorati all’amico cassiere di fiducia).

Comunicare in sicurezza e rispetto degli altri

Che voi stiate guidando o “comodamente” seduti al gate in attesa dell’imbarco, quando si parla al telefono o si effettua una videochiamata è bene utilizzare degli auricolari con microfono. E’ una questione di sicurezza (se si guida) e di rispetto degli altri (quando si parla in mezzo ad altri) perché se tutti ci mettessimo a parlare con il vivavoce sarebbe un bel caos. Ricordate che compostezza, educazione e rispetto non passano mai di moda!

Ce ne sono per tutti i gusti e tutti i budget. Io preferisco quelli cablati, non quelli wireless, perché così ho dei dispositivi in meno da dover ricaricare.

Compratene un tipo che vada bene sia per lo smartphone che per il laptop. Oramai quasi tutti i computer hanno un unico connettore di tipo TRRS per uscita audio e microfono, lo stesso che si usa per lo smartphone. Se non sai quali scegliere te ne suggerisco un paio io, fai click qui (con comodo sacchetto per il viaggio e tappi in gomma di tre dimensioni diverse).

Ho anche delle cuffie Marshall Major FX con microfono incorporato, ma raramente le porto in viaggio per via del loro ingombro. In ogni caso chi preferisse un’audio migliore sicuramente queste sono un ottimo acquisto.